Gufram srl
Da oltre cinquant'anni, Gufram trasforma il concetto di arredo con un approccio radicale e audace: i suoi pezzi hanno influenzato il design contemporaneo su scala globale, essendo espressione di innovazione, alta qualità e durabilità.
Bocca, Studio 65, 1970
Pratone, Giorgio Ceretti, Pietro Derossi, Riccardo Rosso, 1971
Cactus, Guido Drocco, Franco Mello, 1972
Capitello, Studio 65, 1971
Attica, Attica TL, Studio 65, 1972
Autumntime, Summertime, Valerio Berruti, 2013
Massolo, Piero Gilardi, 1974
Sassi, Piero Gilardi, 1968
Globe, Studio Job, 2014
MAgriTTA, Sebastian Matta, 1970
La Cova, Gianni Ruffi, 1973
Baby-Lonia, Studio 65, 1973
Dal leggendario PRATONE® all'iconico CACTUS®, dalla seducente BOCCA® al memorabile CAPITELLO, i Guframini offrono l'opportunità di possedere un pezzo di storia del design italiano.
BOCCA®, capolavoro di Studio 65 per Gufram, è un divano che ha influenzato lo spirito del tempo più di qualsiasi altro mobile mai creato.
PUFFO, originariamente progettato nel 1968 da Ceretti, Derossi e Rosso, si ispira al famoso "panettone" blocca-traffico tipico dell'urbanistica milanese.
Progettato da Guido Drocco e Franco Mello nel 1972, CACTUS® è un capolavoro di Gufram che ha rivoluzionato il mondo del design.
STEAM TABLE è un tavolino che, come le creazioni più dirompenti di Gufram, sfida i concetti tradizionali di percezione e proporzione.
PUNCH A WALL di Studio Job è un vero e proprio sacco da boxe, presentato come una colonna di mattoni.
Simile al PRATONE® del 1971 di Ceretti, Derossi e Rosso, il nuovo PRATONE® Infinito presenta importanti novità: non è a tiratura limitata ed è prodotto in serie, senza rinunciare alla brillantezza
Dal leggendario PRATONE® all'iconico CACTUS®, dalla seducente BOCCA® al memorabile CAPITELLO, i Guframini offrono l'opportunità di possedere un pezzo di storia del design italiano.
Dal leggendario PRATONE® all'iconico CACTUS®, dalla seducente BOCCA® al memorabile CAPITELLO, i Guframini offrono l'opportunità di possedere un pezzo di storia del design italiano.
MANO di Cinzia Ruggeri: una mano aperta in piedi su se stessa da interpretare come un’intimidazione a fermarsi, un saluto informale o, se appoggiata in orizzontale, una sedia tentacolare.



